Le cose semplici non portano mai da
nessuna parte...
Ci sono momenti in cui la “strada” finisce ed è
necessario far leva sulla forza di volontà per andare avanti. L'adrenalina sale, ma presto l'ansia di non farcela lascia pian piano lo
spazio al senso più profondo del viaggio...
Non avevo ancora varcato la soglia di casa al rientro dal mio ultimo viaggio e già si delineava nella mia mente quale avrebbe potuto essere la meta del prossimo, è come se ogni viaggio alimentasse quello successivo.
Non riesco ancora a comprendere se sia io a scegliere un viaggio o viceversa.
Ogni viaggio una piccola tessera che racchiude in sé figure, linee, colori e sfumature che vanno a comporre un quadro più grande e meraviglioso, e più aumentano le tessere del puzzle, più aumenta il desiderio di conquistarne delle nuove per avere una visione d'insieme ancora più ampia e profonda.
Viaggiare per scoprire com'è, al di fuori del nostro piccolo universo, il resto del mondo; per vedere con i propri occhi; per toccare con le proprie mani; per sentire, con i propri sensi, suoni e odori; per conoscere usi, costumi, popoli e persone lontani.
Scoprire, conoscere, vedere, sentire e capire?
Sì, ma c'è di più... Aveva forse ragione Bach?
“Altro che far la spola tutto il giorno, altro che la monotonia del tran-tran quotidiano [...] Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza, ci accorgeremo d’essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi! Impareremo a volare!”
(Richard Bach, 1970 )
E' chiaro, la libertà, sì la libertà di essere “uomini”.
Esistono sulla terra gli animali, le piante, il cielo, il mare e le montagne. Sulla terra vivono anche gli uomini, ciascuno molto diverso dall'altro, esseri umani dalle mille sfumature, dalle innumerevoli diversità, e dalle incredibili potenzialità.
Ebbene, conquistare la consapevolezza che ognuna di queste “diversità” vive in ciascuno uomo non equivale imparare a volare?
Sapere che dentro di me custodisco la sensibilità di un mussulmano, di un buddista, di un cristiano, dell'induista e dell'ebreo, che dentro di me ci sono le risorse per vivere come un tuareg del Sahara, come un pastore mongolo, o come uno sherpa nepalese; poter guardare ciascuno di loro negli occhi e vedere parte di me stesso, non significa forse imparare a volare?
Paesaggi bellissimi, panorami mozzafiato, tramonti indimenticabili, ma sopra ogni cosa scoprire la profondità di quegli occhi...
Mongolia 2011
Però, non sto parlando di un viaggio qualunque, sto parlando di un viaggio in sella ad una moto, un mezzo che ti obbliga ad usare il corpo, sì perchè la moto si guida con il corpo, con ogni muscolo, e così finisci per imparare ad ascoltare tutte le sensazioni che il corpo trasmette e non solo, l'essere esposto riabitua i sensi a tutto ciò che è esterno: l'umidità della pioggia, l'asprezza del freddo, la forza del vento e la potenza del sole...
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Deserto Bianco, Egitto 2009
Mosca, Russia 2011
By Rosanna e Fabrizio (Ceccavventure)
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