La Turchia che abbiamo letto

"Il silenzio della neve, pensava l’uomo seduto dietro all’autista del pullman. Se questo fosse stato l’inizio di una poesia, avrebbe chiamato «silenzio della neve» ciò che sentiva dentro. Aveva preso il pullman che l’avrebbe portato da Erzurum a Kars all’ultimo minuto. Dopo due giorni di viaggio fra le tormente di neve, da Istambul era arrivato alla stazione dei pullman di Erzurum, e mentre con la borsa in mano nei corridoi sporchi e freddi cercava di capire dove fosse la fermata dei pullman per Kars, un tizio gli aveva detto che ce n’era uno in partenza. L’aiutante dell’autista del vecchio pullman Magirus non aveva voluto riaprire il bagagliaio già chiuso, e aveva borbottato: - Abbiamo fretta -. Perciò lui era salito con la valigetta Bally color ciliegia che adesso teneva fra le gambe. Indossava un cappotto pesante, color cenere: lo aveva comprato cinque anni prima a Francoforte ai grandi magazzini Kaufhof. Diciamo fin d’ora che questo bel cappotto di stoffa morbidissima, nei giorni che trascorrerà a Kars, sarà per lui fonte di vergogna e inquietudine ma anche di protezione e sicurezza.Subito dopo la partenza del pullman, mentre il passeggero seduto accanto al finestrino, pensando di poter vedere qualche cosa di nuovo, guardava con occhi attenti i quartieri della periferia di Erzurum, le minuscole e misere drogherie, i panifici e i caffè fatiscenti, aveva ripreso a nevicare. Adesso era più forte: i fiocchi erano più grandi di quelli del tragitto da Istambul a Erzurum "....


Queste sono le prime righe del romanzo "Neve" dello scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura.
La scena si svolge nella Turchia orientale e prendendo spunto dalla cronaca recente, l'inchiesta di un giornalista (Ka) alla ricerca delle motivazioni di una serie di suicidi di ragazze adolescenti, esplora il conflitto tra islamismo e occidentalismo nella Turchia moderna.
Insomma, una lettura da non perdere per chi vuole muovere i primi passi nella comprensione delle contradizioni presenti nel paese.

Per entrare invece nell'atmosfera di Istanbul, abbiamo letto "Istanbul", in cui Pamuk descrive la sua Istanbul, una città in bianco e nero, malinconica, duale ...

Occorre inoltre sapere che a seguito di un'intervista rilasciata da Pamuk nel febbraio 2005 ad un giornale svizzero, in cui dichiara che nel periodo 1915-17 un milione di armeni e trenta mila curdi furono uccisi in Turchia, l’autore venne accusato di insulto all’identità turca davanti alla corte di Istanbul. Pamuk dichiara che il suo scopo era di cominciare una discussione su un “tabù” che rappresenta un ostacolo all’entrata nella Unione Europea della Turchia.
L’anno successivo le accuse vennero ritirate, ma Orhan, dopo l’assassino del giornalista Hrant Dink, si è sentito costretto ad abbandonare la Turchia per gli Stati Uniti, a seguito di minacce da parte dei nazionalisti turchi.
A proposito di questi argomenti, è interessante leggere il saggio di Taner Akçam "Nazionalismo turco e genocidio armeno" in cui si esplorano le ragioni del persistere di questi "tabù" nel dibattito pubblico turco.

Abbiamo poi assaporato le "Poesie d'amore" di Nazim Hikmet in cui cultura orientale ed occidentale si fondono.

Un viaggio letterario per scoprire un pò più in profondità questo affascinante, e per taluni aspetti incomprensibile paese ...



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