Tunisia MotoRaid 2010 - il report 1^ parte-

Finalmente dopo tanti giorni di pioggia fa capolino un pallido sole che pare voglia riscaldare un po' l'aria, il tempo perfetto per caricare la moto e partire, destinazione Tunisia.

E' mercoledì, l'autostrada per Genova è quasi deserta, solo ogni tanto veniamo sorpassati da qualche mezzo a 4 ruote il cui conducente ci guarda poi incuriosito dagli specchietti, uno ci fa persino il saluto da motociclista a cui naturalmente contraccambiamo.

Il nastro d'asfalto passa lento sotto le nostre due ruote, ho montato un tassello e l'andatura dev'essere quella che è, moderata, ma anche le leggere vibrazioni che procurano i tacchetti quando aggrediscono l'asfalto diventano un piacere, ed il sound che esce dagli scarichi leggermente “aperti” è musica per le mie orecchie!

A una quarantina di chilometri dal capoluogo ligure, tutto bloccato, traffico in colonna lungo tutte le gallerie, ma, se fino a qualche minuto fa non c'era nessuno, da dove sbuca tutto sto traffico? Lavori in corso, tutti in colonna su un'unica corsia. Nonostante le due borse laterali, riesco piano piano a sgattaiolare tra una macchina e l'altra.

Si sente che ci stiamo avvicinando al mare, la temperatura sale, persino il goretex indossato sotto la giacca da moto estiva inizia a dare fastidio.

Arriviamo al porto di Genova e non è difficile individuare la nave, ci sono già molti mezzi in colonna. La maggior parte delle macchine ha targa francese, ma il colorito ambrato degli occupanti insieme al carico straordinario delle vetture, schiacciate al terreno dall'eccessivo peso, rende subito chiaro che molti di loro sono tunisini che rientrano in patria.

Pensavamo di trovare molti fuoristrada e molti motociclisti, le vacanze di Pasqua sono alle porte, invece no, un paio di “jeepponi”, un camioncino/camper giallo modello “consegna del latte in America” i cui occupanti non stanno sbevazzando il candido liquido bianco, ma liquido color dell'oro che tradisce la loro origine teutonica. E per il resto, un gran numero di carrelli con targa austriaca, carichi di “rampichini” mono i cui possessori immagino già pregustare il divertimento che li attende una volta superato il braccio di mare che separa l'Italia dall'Africa.

Rosanna si occupa del check-in e delle procedure di Polizia, io in colonna osservo fiero l'Ammiraglia, più la guardo e più la trovo splendida nel suo assetto africano: tassello; bagaglio ridotto all'essenziale, solo due borracce trovano spazio sopra le borse di alluminio; sotto le borse ho ancorato, da un lato olio motore, e dall'altro due camere d'aria rinforzate, e dietro ad una delle borse ho agganciato una tanica supplementare benzina di 5 litri.

Dopo un'ora di attesa la colonna inizia a muoversi, si può entrare nel ventre capiente della nave, l'addetto gentile mi dice di parcheggiare sul cavalletto laterale a fianco di un DR 400, obbedisco, mi fa cenno con il pollice alzato che è a posto, legheranno loro le moto, mi fido e lascio il garage, speriamo bene...

Alle 18 la nave salpa in orario, in tempo per gustare l'uscita dal porto mentre il sole scende dietro l'orizzonte.

Ventiquattro ore più tardi una linea si affaccia sull'orizzonte e gridiamo “Terra, terra”, quella davanti a noi è l'Africa, il pensarci mi procura un brivido lungo la schiena... no non può essere, non mi starò ammalando d'Africa???

Visto dal ponte della nave il porto di Tunisi non è molto diverso rispetto a qualsiasi porto italiano, solo il minareto di una moschea ricorda al viaggiatore che ormai l'Europa è alle spalle.

Scendiamo in garage, per fortuna la moto è in piedi, e gli addetti l'hanno già slegata, in due minuti siamo già sulla rampa metallica che ci porta sulla terra ferma.

Impieghiamo solo un quarto d'ora per metterci alle spalle il cancello della dogana, le procedure di sbarco e dogana si sono svolte talmente velocemente che in un attimo ci troviamo catapultati nella Tunisia che ora sì conosciamo bene: mi trovo a parcheggiare nel magazzino dell'hotel dove la moto deve farsi spazio fra cipolle, patate e avanzi di cibo dimenticati lì da non so quanto tempo e ormai in putrefazione. Dietro ad un cartone sbucano due occhi attenti, è un topo, no non è un topo, ma un gatto che so già a cosa sta pensando, passare la notte sulla sella della kappona, ma io lo frego, sulla sella ci piazzo sopra un bel cartone così lui con le sue unghiette non può lasciarmi il suovenir che qualche suo parente invece è riuscito, in passato, a lasciare.

Ceniamo per pochi dinari in un ristorantino sul lungomare della Goulette, e solo dopo aver assaporato un mitico thè alla menta possiamo far ritorno in albergo.

Ormai una nuova avventura, il Tunisia MotoRaid 2010, sta per entrare nel vivo, e domani abbiamo un appuntamento da onorare, abbiamo un appuntamento con un tramonto a Sbeitla...

Però a questo punto le immagini raccontano più di mille parole...



La meta finale del primo giorno sarà dunque Sbeitla che raggiungiamo facendo strade secondarie, circondati da paesaggi bellissimi, tra ulivi e campi di grano. Dopo Siliana abbiamo percorso una strada tra montagne aride che ci ha ricordato tanto quella che in Giordania conduce al Mar Morto. Riusciamo a raggiungere Sbeitla nel primo pomeriggio.



Il fascino dell'antica citta romana di Sufetula si esprime soprattutto nelle ultime ore di luce della giornata



in queste ore le antiche vestigia color ocra spiccano nell'altipiano dove i romani decisero nel I secolo di costruire questa misteriosa città


Camminiamo lungo la strada che conduce al bel teatro recentemente restaurato...


...raggiungiamo il foro passando dalle terme.


La tranquillità del luogo rende ancor più suggestivo il sito dove


abbiamo la fortuna di godere delle rovine in piena solitudine





Veramente bella Sufetula, le nostre aspettative sono state completamente appagate.


La mattina seguente, ci rimettiamo in moto


destinazione il grande sud, faremo tappa a Douz.


L'itinerario è stupendo, ma la vera meraviglia in una deviazione dopo Gafsa, ventina di chilometri verso le montagne, verso le Jebel Biada.


Poi la strada verso Kebili ha iniziato a farsi desertica



Abbiamo attraversato il Chott el-Fejaj



Lungo l'itinerario, nonostante la completa siccità siamo persino riusciti a trovare un guado, che dire, divertimento allo stato puro...


Ormai le fertili zone del nord sono alle nostre spalle, il sud è polvere e deserto; deserto e polvere...


E' qui che si trovano i villaggi i cui abitanti devono continuamente lottare contro l'avanzare del deserto...


è quì che i molti bambini incontrati, prima ci circondano incuriositi, ma poi non appena vedono una macchina fotografica scappano a gambe levate... neanche in tempo per chiedere un dinar o un "stilo"...



Douz è la nostra base da cui partire alla scoperta dei villaggi a sud dell'immenso Chott el-jerid


L'ammiraglia aggredisce con cattiveria questi percorsi


fino ad arrivare alle prime dune


Percorriamo la pista che da Douz porta verso Zafrane e el Sabria...


... e su questa sabbia che è fine come il borotalco l'adrenalina sale insieme alla concentrazione e al massimo del divertimento


Le dune diventano sempre più alte


Bello, bello, un'eccitazione pazzesca monta nel riuscire a far galleggiare la moto sulla sabbia resa ancor più molle dall'aumentare della temperatura...



Ma la giornata deve ancora finire... abbiamo percorso un pista fantastica che attraversa il Chott, una pista che da El Faouar va in direzione di Kebili, un pistone a cui bisogna prestare molta attenzione perchè il chott è tremendo e non va mai sottovalutato... da un momento all'altro la pista, da dura come l'asfalto può trasformarsi senza preavviso in un percorso fangoso, dove la sabbia mista all'acqua può trasformarsi in "sabbiemobili".


Però si sbuca sulle rive di un lago color rosa, ai bordi del palmento, dove non si può che rimane in silenziosa contemplazione.


Quando si percorrono queste piste l'attenzione è massima, ogni tanto ci si ferma per recuperare le forze... ma soprattutto per guardarsi intorno... per apprezzare appieno della bellezza che emana la natura quì così "matrigna" per l'uomo...


Per questo siamo venuti in Tunisia, per percorrere itinerari alternativi...


Quegli itinerari per cui la nostra moto è stata concepita... sì perchè lei procede sicura, segue ogni asprità del terreno, arranca tra la sabbia, e si fa strada tra i ciottoli...

Domani abbiamo in programma di raggiungere la porta del deserto del sud tunisino, la mitica oasi di Ksar Ghilane.


No, non siamo riusciti a raggiungere Ksar Ghilane oggi. Lasciata Douz abbiamo preso la pista che porta verso l'Oasi, ma a causa del forte vento abbiamo dovuto rinunciare. E' iniziata una vera e propria tempesta di sabbia, quindi abbiamo dovuto optare per un "piano B" oggi abbiamo raggiunto Matmata e Ksar Ghilane quando il vento si sarà calmato. A Matmata assistiamo a scene di vita quotidiana: giovani donne che chiacchierano mentre fanno pascolare le caprette


... ragazzini che giocano a pallone in un polveroso campetto...

...un'anziana signora davanti alla porta di una casa troglodita che aspetta qualche turista a cui far visitare queste "abitazioni" che hanno reso Matmata tanto famosa...


... e tra queste case troglodite, scavate nel tufo per proteggersi dagli attacchi nemici, sicuramente la più famosa è quella dove Lucas ha girato alcune scene di Guerre stellari, l'Hotel Sisi Driss...

...è tutto come allora, scenografia compresa...


Ma è solo allontanandosi dalla "famosa" Matmata che si vedono le "vere" case troglodite...



La zona intorno a Matmata è bellissima, paesaggi lunari puntellati da palmeti. Decidiamo di raggiungere Tataouine e imbocchiamo una pista favolosa che da Matmata porta verso Haddej, e dopo qualche chilometro la nostra attenzione viene attirata da questo affascinante Marabout...


raggiungiamo dolci colline e ad un certo punto dietro ad una curva si presenta una cartolina:


il pittoresco villaggio di Toujane che sembra voler rientrare all'interno della montagna su cui è adagiato.

Un'altra bellissima pista da cui si godono panorami mozzafiato è quella che parte da Ksar Hallouf e si inerpica sulla montagna, poi ancora panorami da sogno verso Ghoumrassen...


Continua....




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