Siamo così giunti a Dhafria, piccolissimo villaggio al confine con l'Algeria.
La cartina indica una strada che congiunge Dhafria all'oasi di Chebika senza dover tornare indietro. La imbocchiamo, ma dopo qualche centinaia di metri ci accorgiamo di una torretta militare, quando chi è lì sopra appostato dà la segnalazione della nostra presenza, un militare esce dalla piccola caserma e ci intima di fermarci. Vuole vedere i passaporti, nulla di strano, glieli porgiamo con un sorriso stampato in faccia. Ci chiede dove stiamo andando "Chebika" rispondiamo.
"C'est interdit... c'est interdit" ripete, noi sempre col sorriso gli spieghiamo che non c'è problema, torniamo indietro da dove siamo venuti.
"Un moment, s'il vous plait" e con i nostri passaporti in mano rientra in caserma lasciandoci lì sotto il sole.
Passano i minuti e tutti sembrano spariti, cerchiamo di non guardarci troppo intorno e di non muoverci assolutamente dalla moto, non vogliamo che pensino che siamo venuti a ficcare il naso...
Mezz'ora, tre quarti d'ora e niente, noi sempre lì ad aspettare... Fino a quando arriva una camionetta militare, ci guardano con noncuranza e entrano all'interno della caserma...
Finalmente, dopo un altro quarto d'ora, il militare che ci ha preso i passaporti ritorna con i documenti in mano, ci ripete che la strada per Chebika è "interdit" e, dopo averci restituito i passaporti, ci "invita" a tornare indietro, ma non soli, ci indica di seguire la loro camionetta.
La camionetta ci scorta fino al centro di Chebika... E noi che volevamo solo visitare Dhafria...
Questa la dice lunga sulla "apparente" tranquillità che si respira in zona!
Comunque, Chebika è una bellissima oasi che appartiene, insieme a Tamerza e Midès, alle tre Oasi di Montagna.
La cartina indica una strada che congiunge Dhafria all'oasi di Chebika senza dover tornare indietro. La imbocchiamo, ma dopo qualche centinaia di metri ci accorgiamo di una torretta militare, quando chi è lì sopra appostato dà la segnalazione della nostra presenza, un militare esce dalla piccola caserma e ci intima di fermarci. Vuole vedere i passaporti, nulla di strano, glieli porgiamo con un sorriso stampato in faccia. Ci chiede dove stiamo andando "Chebika" rispondiamo.
"C'est interdit... c'est interdit" ripete, noi sempre col sorriso gli spieghiamo che non c'è problema, torniamo indietro da dove siamo venuti.
"Un moment, s'il vous plait" e con i nostri passaporti in mano rientra in caserma lasciandoci lì sotto il sole.
Passano i minuti e tutti sembrano spariti, cerchiamo di non guardarci troppo intorno e di non muoverci assolutamente dalla moto, non vogliamo che pensino che siamo venuti a ficcare il naso...
Mezz'ora, tre quarti d'ora e niente, noi sempre lì ad aspettare... Fino a quando arriva una camionetta militare, ci guardano con noncuranza e entrano all'interno della caserma...
Finalmente, dopo un altro quarto d'ora, il militare che ci ha preso i passaporti ritorna con i documenti in mano, ci ripete che la strada per Chebika è "interdit" e, dopo averci restituito i passaporti, ci "invita" a tornare indietro, ma non soli, ci indica di seguire la loro camionetta.
La camionetta ci scorta fino al centro di Chebika... E noi che volevamo solo visitare Dhafria...
Questa la dice lunga sulla "apparente" tranquillità che si respira in zona!
Comunque, Chebika è una bellissima oasi che appartiene, insieme a Tamerza e Midès, alle tre Oasi di Montagna.



A Redeyef imbocchiamo la mitica, la Pista Rommel, la pista che il generale Rommel fece costruire per sfuggire all'accerchiamento nemico.








Ma la nostra avventura non è ancora finita... arriviamo a Tunisi, e la capitale ci accoglie con la sua bella Medina ed il suo colorato e vivace Suk.

ovvero, i tipici cappelli indossati dagli anziani tunisini, i giovani ormai non li indossano più.















Con ancora negli occhi Tunisi, Tozeur, le Oasi di Montagna, Matmata, Sbeitla, il Chott, Douz, ma soprattutto il deserto e gli splendidi itinerari percorsi ci congediamo dalla Tunisia.
Ma il nostro è solo un arrivederci!!!
Ma un saluto particolare lo vogliamo rivolgere a tutte le persone conosciute lungo il percorso, tunisini e non, che hanno reso questo viaggio qualcosa di veramente particolare...









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