Tunisia MotoRaid 2010 - 3^ parte -

Siamo così giunti a Dhafria, piccolissimo villaggio al confine con l'Algeria.
La cartina indica una strada che congiunge Dhafria all'oasi di Chebika senza dover tornare indietro. La imbocchiamo, ma dopo qualche centinaia di metri ci accorgiamo di una torretta militare, quando chi è lì sopra appostato dà la segnalazione della nostra presenza, un militare esce dalla piccola caserma e ci intima di fermarci. Vuole vedere i passaporti, nulla di strano, glieli porgiamo con un sorriso stampato in faccia. Ci chiede dove stiamo andando "Chebika" rispondiamo.
"C'est interdit... c'est interdit" ripete, noi sempre col sorriso gli spieghiamo che non c'è problema, torniamo indietro da dove siamo venuti.
"Un moment, s'il vous plait" e con i nostri passaporti in mano rientra in caserma lasciandoci lì sotto il sole.
Passano i minuti e tutti sembrano spariti, cerchiamo di non guardarci troppo intorno e di non muoverci assolutamente dalla moto, non vogliamo che pensino che siamo venuti a ficcare il naso...
Mezz'ora, tre quarti d'ora e niente, noi sempre lì ad aspettare... Fino a quando arriva una camionetta militare, ci guardano con noncuranza e entrano all'interno della caserma...
Finalmente, dopo un altro quarto d'ora, il militare che ci ha preso i passaporti ritorna con i documenti in mano, ci ripete che la strada per Chebika è "interdit" e, dopo averci restituito i passaporti, ci "invita" a tornare indietro, ma non soli, ci indica di seguire la loro camionetta.
La camionetta ci scorta fino al centro di Chebika... E noi che volevamo solo visitare Dhafria...
Questa la dice lunga sulla "apparente" tranquillità che si respira in zona!

Comunque, Chebika è una bellissima oasi che appartiene, insieme a Tamerza e Midès, alle tre Oasi di Montagna.


Il rigoglioso verde delle palme interrompe il deserto, sono le Oasi. Quì l'acqua significa vita, significa datteri, fichi, frutta e ortaggi. Siamo ad Aprile, la stagione in cui le palme da dattero vengono impollinate a mano, solo così si potranno ottenere i dolcissimi frutti tanto famosi in tutto il mondo.


Sono quasi tutti ragazzini, quelli che salgono, con la stessa velocità dei gatti sulle altissime palme, per mettere i fiori della palma maschio, all'interno dei fiori della palma femmina, legando il tutto fino a quando si calano, sicuri che in autunno si potranno raccogliere i frutti del loro "spericolato" lavoro.




A Redeyef imbocchiamo la mitica, la Pista Rommel, la pista che il generale Rommel fece costruire per sfuggire all'accerchiamento nemico.


Una pista che si snoda attraverso le montagne



Non è asfaltata, solo in alcuni tratti ci sono lastroni di cemento



Giungiamo ad un punto in cui la pista sembra aver ceduto, all'altezza di un ponte la metà della strada è frenata



Gli scenari sono mozzafiato, sia quelli delle aride montagne, sia quelli che si aprono sulla vasta pianura sottostante



Lungo tutto il percorso non abbiamo incontrato nessuno, solo noi ad avere il privilegio di godere di questi magnifici luoghi



Ci è stato più volte raccontato da amici tunisini che quest'anno non ha piovuto, molto vento ma niente pioggia


Questo ne è il risultato...


Dietro a ogni curva panorami che ci lasciano senza fiato, non possiamo che restare in silenzio davanti alla grandezza della natura



E' difficile continuare...



Ancora una sosta ma dobbiamo riprendere la strada...



un continuo saliscendi che porta fino a Segdud, dove percorriamo un "pistone", ma l'attenzione dev'essere massima, ogni tanto ci sono tratti con molta sabbia riportata...



Viviamo in questi momenti la vera essenza della nostra avventura in moto:



il profondo senso di libertà, niente schemi, niente orari, niente tabelle da rispettare, niente di niente... noi e la nostra moto, l'Ammiraglia, a respirare a pieni polmoni tutto ciò che di buono ci circonda!



Sulla strada che ci riporta verso Tunisi, ci fermiamo ad appagare un certo languorino... ci si ferma, si sceglie il pezzo che si vuole, lo pesano e lo tagliano...


...ed il tutto finisce sulla brace.


Ma la nostra avventura non è ancora finita... arriviamo a Tunisi, e la capitale ci accoglie con la sua bella Medina ed il suo colorato e vivace Suk.

Gironzoliamo tra i diversi suk, quello delle chéchias,


ovvero, i tipici cappelli indossati dagli anziani tunisini, i giovani ormai non li indossano più.


Tra moschee e


e banchi colorati



tra botteghe di gioielli


e venditori di tappeti


ci troviamo davanti alla Grande Moschea



con il suo bel minareto, ma i non mussulmani non possono visitarne l'interno.


La visita della Medina riserva degli angoli molto interessanti, dove venditori di strada si mescolano con abili artigiani



Nonostante questa vivacità i ritmi sono quelli tunisini, si trova sempre il tempo per un sorriso ed una chiacchiera


























Con ancora negli occhi Tunisi, Tozeur, le Oasi di Montagna, Matmata, Sbeitla, il Chott, Douz, ma soprattutto il deserto e gli splendidi itinerari percorsi ci congediamo dalla Tunisia.
Ma il nostro è solo un arrivederci!!!

Ma un saluto particolare lo vogliamo rivolgere a tutte le persone conosciute lungo il percorso, tunisini e non, che hanno reso questo viaggio qualcosa di veramente particolare...


In primis, Martino, Moreno e Giuseppe che in un certo senso hanno accompagnato il nostro viaggio. Incontrati sulla pista verso le dune bianche di Nefta, hanno poi condiviso con noi il viaggio di ritorno in nave. Peccato per Giuseppe che a causa di un "incidente" ha dovuto anticipare il rientro in Italia...


Fermi a fare una ripresa, vediamo passare un gruppo di motociclisti che ci fanno un gesto di saluto con la mano, noi naturalmente contraccambiamo, dopo qualche minuto una delle moto torna indietro e il tipo ci chiede in francese "ma voi siete Ceccavventure?, Ho riconosciuto la moto, vi ho visto su Youtube!" . Insomma, tutto il gruppo ci ha aspettato qualche chilometro più avanti. Volevano conoscerci visto che hanno organizzato il loro viaggio in Tunisia sulla base delle indicazioni trovate sul nostro sito. Contavano di contattarci al loro rientro...Un bel gruppo di motociclisti belgi con i quali abbiamo in sospeso un appuntamento, non si sa bene ancora se in Italia o in Belgio...



E poi ancora un bell'incontro con Giacomo (a sinistra Moreno), un motociclista "poeta" di San Marino al quale non siamo riusciti a sfilare la pelle di pecora che tanto bene si intonava al Kappone...


A Midès l'amico Ezine ci ha dato l'ennesima riprova, qualora ve ne fosse bisogno, di cosa significhi il vero significato della parola "ospitalità"!


Sulla pista che porta da Tataouine a Ksar Ghilane...


il gentile Najib ci ha dato i giusti consigli per continuare su questa pista che dopo giorni di vento era ormai sommersa dalla sabbia!



Dovevamo solo visitare uno Ksar minore, alla fine abbiamo trascorso quasi un intero pomeriggio a parlare con il suo custode... un uomo in grado di raccontare i misteri del luogo, oltre a saper offrire un "metro" di thè...

Il carissimo Aslim, l'amico del caleche nr. 7, che in poco tempo si è trasformato da cocchiere in amico, da lui abbiamo imparato i segreti i Tozeur e del suo palmeto.

E poi tutti gli altri amici tunisini, incontrati lungo il percorso, che con la loro gentilezza ci hanno fatto apprezzare ancor di più questo straordinario paese.





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